Possiamo osservare la comunicazione dei nostri cani e cercare di intepretarla, scansionandola in ogni minimo dettaglio, analizzandone le posture, le traiettorie, i minimi accenni della testa…
Ma c’è un tipo di comunicazione tra cani a cui è difficilissimo per noi (ad oggi per lo meno) avere facile possibilità di lettura, e questa è la loro comunicazione chimica.
Capiamo quanto sia importante per il cane la comunicazione chimica andando anche solo ad analizzare alcuni numeri legati al senso dell’olfatto del cane.
Basti pensare infatti che la superficie dell’epitelio olfattivo, che nell’umano è di 2,5 cm², nel cane è di 150 cm².
I recettori olfattivi invece, che nell’umano sono 5.000.000, nel cane sono, pur variando da razza a razza, decisamente più numerosi. Nel pastore tedesco ad esempio il numero è indicato a 220.000.000
Già vedendo questi numeri è evidente come esiste tutto un mondo fatto di odori, a cui i nostri nasi umani non avranno probabilmente mai accesso.
È l’invio di messaggi attraverso molecole odorose o non odorose che vengono rilasciate nell’aria, nell’acqua o nel terreno, così da poter arrivare a distanza (fonte: webinar “I SMELL: neurofisiologia dell’olfatto” con la Dott.ssa Elisabetta Mariani).
La comunicazione chimica ha il vantaggio di poter essere usata senza che sia presente il destinatario, perché può essere utilizzata per comunicare a distanza di tempo e di spazio.
A livello visivo, per l’umano uno dei momenti più facili per individuare una comunicazione di tipo chimico tra cani è ad esempio quando un cane marca tramite urina e l’altro va ad annusarla e magari risponde urinando a sua volta.
Ma la comunicazione chimica è decisamente molto più complessa di così, e non si limita alla semplice marcatura urinaria.
Ad essere parte integrante della comunicazione chimica sono i cosiddetti feromoni.
I feromoni sono delle molecole prodotte da delle ghiandole specializzate, posizionate in specifiche parti del corpo del cane.
Le troviamo sulla testa, in particolare nella zona boccale e a livello del padiglione auricolare, nella zona del solco intermammario, nella zona dell’ano, sui cuscinetti delle zampe e nella zona interdigitale e in quella della coda.
Talvolta la comunicazione chimica si va ad intersecare con la comunicazione visiva.
Questo accade ad esempio quando un cane raspa il terreno sottostante: oltre a l’odore che lascerà sul terreno, resteranno quindi evidenti segni di graffiature.
Esistono moltissimi tipi differenti di feromoni, che hanno “compiti” differenti: possono ad esempio innescare un comportamento o inibirlo.
I feromoni possono essere di tipo:
– sessuale,
– di allarme,
– di cura,
– territoriali
– di identificazione
– di appagamento
Quello della comunicazione feromonale è un argomento denso, difficile da trattare in un articolo, abbiamo quindi pensato ad un webinar specifico che vi darà la possibilità di conoscerla approfonditamente.
Sarà infatti con noi il 17 e il 30 ottobre la Dott.ssa Katia Galbiati con un webinar formativo dal titolo “La comunicazione feromonale”
La serata di approfondimento ha l’obiettivo di conoscere i feromoni nella vita naturale del cane e di parlare anche di feromonoterapia, ovvero come usare al meglio il feromone appagante canino.
Volete saperne di più? Non perdetevi il prossimo webinar
“La comunicazione feromonale” della Dott.ssa Katia Galbiati il 17 e il 30 ottobre
Per info e iscrizioni potete visitare la pagina dedicata
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