Il lutto, la morte naturale di un animale, l’eutanasia sono momenti del ciclo della vita. Rappresentano un aspetto doloroso del rapporto con il nostro animale, se siamo i conviventi che lo hanno adottato, oppure l’epilogo “inevitabilmente normale” di una relazione tra un paziente, le persone che vivono con lui e il veterinario. Che non soffre meno del padrone dell’animale.

Ho volutamente usato il termine padrone, con il suo significato etimologico, dal latino patronus, che deriva da pater. Padre, perché la persona che adotta un animale, sa che ha nei suoi confronti la pietas del padre che nel corso della sua vita si trova ad assistere alla morte del proprio figlio, e di padrone, che implica il possesso, di chi è proprietario di una cosa che ama e desidera a tal punto da lottare e “pagare” per non vedersela portare via.

Perché l’amore per un animale è intenso, possessivo, esaltante, appagante e alimenta il desiderio che non finisca mai.

Purtroppo finisce, e, per non rimanere annichiliti dal dolore bisogna prepararsi, acquisire consapevolezza.

Anche l’animale soffre il distacco dalla vita e dai suoi amati compagni umani, e per questo chiede un accudimento che sia anche una preparazione a un commiato sereno, dove tutti i protagonisti di questa relazione, quando finisce, che sia presto o tardi, siano consapevoli di averla nutrita con tutta la passione possibile.

L’ultima carezza tratta di questo, e il ciclo di webinar che vi proponiamo vuole essere un approfondimento emotivo e intellettuale di questi argomenti.

Il primo incontro è dedicato a un argomento che coinvolge tutti e tre gli attori, ed è il primo atto degli ultimi momenti di vita in comune: la comunicazione della diagnosi infausta. È il momento in cui il veterinario si trova a dover affrontare il lutto per un animale che ha seguito e di cui si è preso cura per anni, ma è anche il momento in cui gli altri protagonisti vedono crollare le loro speranze…, con tutto quello che ci sarà…